Navi Gialle | riparte il monitoraggio nel Santuario Pelagos

Dalle Navi Gialle riparte la dodicesima stagione di monitoraggi nel Santuario Pelagos: la speciale area marina protetta che si estende per circa 90.000 km2 nel Mediterraneo nord-occidentale tra Italia, Francia  e Sardegna e comprende la Corsica e l’Arcipelago Toscano.Il primo viaggio di giugno sulla tratta Savona-Bastia ha “regalato” l’incontro con 15 Balenottere ai ricercatori di Fondazione CIMA, che sperano sia l’auspicio per una stagione ricca di avvistamenti. Ripartono, con l’arrivo della bella stagione, le campagne di avvistamento realizzate a bordo delle navi di Corsica Sardinia Ferries, da sempre attenta alle tematiche ecologiche,  alla  protezione dell’ambiente, del mare e delle specie che lo abitano, da parte di ricercatori di ISPRA, Fondazione CIMA, Università di Pisa, Accademia del Leviatano ed EcoOcéan.

Il “progetto di monitoraggi” ha debuttato nel 2007, anno in cui sono iniziate le osservazioni lungo la tratta Civitavecchia-Golfo Aranci. Negli anni, grazie al costante supporto della compagnia, l’area di ricerca si è allargata a tutto il Santuario Pelagos: i dati vengono raccolti lungo le tratte Livorno-   Golfo Aranci, Livorno-Bastia, Savona-Bastia, Savona-Calvi, Nizza-Calvi/Ile Rousse e Tolone-Ajaccio. Da 12 anni, ogni primavera-estate, gruppi di ricercatori si imbarcano sui traghetti di  Corsica Sardinia Ferries e si posizionano sul Ponte di Comando. Da qui, insieme agli equipaggi, che da sempre collaborano con entusiasmo a questo progetto, raccolgono dati importanti sulla presenza e distribuzione di cetacei e di altra fauna marina d’interesse (tartarughe, squali e uccelli migratori). Oltre alle informazioni relative alle specie, negli anni lo studio è stato adattato per raccogliere dati su alcuni potenziali impatti, come il traffico nautico e i rifiuti marini galleggianti.

Dal 2007 sono state effettuate più di 1.200 traversate a bordo delle Navi Gialle, alle quali hanno partecipato ricercatori e ricercatrici provenienti da 20 diverse nazioni. La specie più “incontrata” è la Stenella striata, delfino di cui sono stati avvistati 2.125 gruppi, la dimensione dei quali varia dai 20 ai 60 individui circa. Al secondo posto, si registrano più di 1.300 avvistamenti di Balenottera comune: sebbene la specie venga avvistata solitamente in gruppi di massimo 2 individui, non sono mancati avvistamenti spettacolari di gruppi formati da 6-8 balenottere, coppie di mamme con cuccioli e individui particolarmente acrobatici, che hanno incantato ricercatori e passeggeri, saltando all’orizzonte e passando poi accanto alla nave. Incredibili anche i numeri relativi alle specie considerate difficili da avvistare, come i Capodogli e gli Zifi. Queste specie sono campionesse di apnea: gli animali riescono a rimanere sott’acqua mentre cacciano i calamari di cui si nutrono, anche per più di un’ora. Per questo motivo, la probabilità di avvistarli è molto bassa. Sono stati tuttavia 155 gli avvistamenti di Capodoglio, soprattutto nella parte più occidentale del Santuario, dove si è anche registrato l’incredibile avvistamento di un gruppo famigliare. Solitamente gli animali incontrati sono maschi giovani che viaggiano per il Mediterraneo, ma sia nel 2013 che nel 2015 è stato avvistato un gruppo di 7-8 animali, con alcuni cuccioli. Sorprendente è l’elevato numero (109) di avvistamenti di Zifi: una specie considerata rara e schiva, che invece viene frequentemente incontrata soprattutto nella parte centrale del Santuario ed in corrispondenza di montagne sottomarine. Numerosi anche gli avvistamenti (274) della specie più costiera: i Tursiopi, che spesso accolgono e salutano le navi all’arrivo nei porti e frequentano in maniera assidua l’area meno profonda della toscana e dell’arcipelago. Non mancano gli avvistamenti di specie più particolari come i Globicefali, delfini dall’inconfondibile profilo a sommergibile, che viaggiano in gruppi di oltre 50 individui: per ben 22 volte sono stati osservati dalle navi Gialle. Anche i Grampi e i Delfini comuni sono stati avvistati rispettivamente 20 e 28 volte; non sono grandi numeri ma il contributo che danno alla ricerca è importantissimo, poiché gli avvistamenti di queste specie sono molto rari.