photo cover: Matteo Arrotta

Il flop di Go in Sardinia

Go in Sardinia, nata la scorsa estate con l’obiettivo di calmierare i prezzi sulle rotte da e verso la Sardegna, non conclude la stagione 2014 nel migliore dei modi…

NNegli ultimi giorni è focus di grandi discussioni e al centro di lunghi dibattiti: la compagnia di navigazione degli albergatori sardi, Go in Sardinia, non conclude nel migliore dei modi la stagione estiva 2014…

Sin dallo scorso anno, quando per un problema tecnico al motore il traghetto Kriti I è dovuto tornare in Grecia prima della fine della stagione, i problemi sono stati innumerevoli: le corse cancellate e tutti i passeggeri distribuiti fra le altre compagnie per il rientro in patria. Quest’anno, dopo un’accurata programmazione invernale, Go in Sardinia è tornata per operare a pieno regime tra la Sardegna e la Toscana, promettendo un prolungamento settimanale della rotta sino al porto ogliastrino di Arbatax. L’idea era appunto quella di non prestare servizio esclusivamente in alta stagione, ma di continuare a offrire la possibilità ai turisti di arrivare in Sardegna a prezzi stracciati anche nel periodo invernale.

327218354_d71293e105_oQualche problema è scaturito sin da Giugno, quando la motonave prevista per il noleggio, “Lato”, è stata considerata, dalla compagnia armatrice Anek lines, inutilizzabile a causa di “alcuni problemi tecnici”. Prontamente sostituita dalla “Sophocles V.”, a Giugno inizia il tanto atteso da turisti e residenti, servizio Low Cost via mare.

La validità del contratto per il traghetto scelto però non prevedeva un noleggio per un periodo superiore alla prima metà del mese di Luglio. La nave fu quindi nuovamente sostituita: stavolta non da un traghetto qualunque, ma da “El Venizelos”, ammiraglia della compagnia greca, principalmente utilizzata da altre compagnie con contratto di noleggio. La motonave stupì subito tutti per le sue dimensioni e per la sua capienza, ben diversa da quella dei suoi predecessori.

Tutto sembra filare liscio, finché intorno alla fine di Luglio, uno dei quattro motori dell’imbarcazione, a causa di “alcuni problemi tecnici” (secondo i dirigenti della compagnia, un carico sporco di carburante), smette di funzionare. La velocità della nave, già compromessa dall’età dello scafo, si riduce considerevolmente e porta con il passare del tempo all’accumulo di numerosi ritardi, nonché alla cancellazione degli scali nel porto di Arbatax. La situazione diventa insostenibile quando ad agosto il flusso dei passeggeri in aumento è direttamente proporzionale alle ore di ritardo accumulate dalla nave. Si attiva una reazione a catena causata dagli eventi, che al picco massimo delle dieci ore di ritardo fa scoppiare la bufera.

Il caso Go in Sardinia, da salvezza dell’Isola, si trasforma in totale disastro. Ciò che da subito colpisce, è la cattiva gestione dell’emergenza: i passeggeri vengono avvisati del ritardo via sms e non tutti lo ricevono; dopo poche ore dal primo avviso ne arriva un altro, poi un altro e poi un altro, con l’orario della partenza più volte posticipato e successivamente anticipato. In porto, a Olbia, si scatena la bufera: migliaia di persone in preda allo sfinimento e alla rabbia che non ricevono delle risposte, ma solo continue variazioni di orario, si trovano a dover comprare a fine vacanza un ulteriore biglietto di ritorno con un’altra compagnia di navigazione, Moby, Tirrenia o Sardinia Ferries, già cariche dei loro clienti.

La tensione è palpabile. Madri in gravidanza, con i loro figli si ritrovano a viaggiare in passaggio ponte, sistemazione di fortuna trovata a bordo di un’altra nave. Gli ultimi giorni di Agosto si raggiunge il limite: la compagnia armatrice sequestra in porto la nave per mancato pagamento del nolo, finché il 28 non ne richiede l’immediato ritorno in Grecia. Negli ultimi due giorni i passeggeri rimasti scoperti sono stati sistemati nelle navi di altre compagnie e solo così sono potuti rientrare a casa con non pochi disagi e sicuramente con un ricordo pessimo della vacanza. Quell’idea imprenditoriale che doveva salvare la Sardegna, rischia di affondarla, e lascia dietro di se solo tanta amarezza, tanti biglietti da risarcire e tanti dipendenti da pagare. La promessa del consorzio è di riprendere a operare nei mari della Sardegna il prima possibile.

Ma, la domanda che personalmente mi pongo è se gli stessi turisti che hanno subito infiniti disagi quest’anno, daranno nuovamente fiducia alla compagnia l’anno prossimo. Per il momento, dopo il trambusto estivo, tutto tace, dando il via a lunghi mesi di letargo invernale.