Sea Shepherd contro il Giappone

Foto: Copyright Tracii C Photography

Per ora, gli eco pirati di Sea Shepherd segnano un punto a loro favore nella non proprio
pacifica battaglia di ostruzionismo alla caccia legalizzata delle balene da
parte della flotta giapponese nei mari antartici.

Stando alle notizie che dall’altra parte del globo giungono
a noi, sembra che la flotta giapponese di “ricerca
si sia ritirata dopo aver ucciso un discreto numero di balene anche quest’anno,
a scopi scientifici sostengono i giapponesi, a scopo di lucro.. ed altro sostiene
buona parte del mondo.

Se vi state chiedendo perché oggi nel 2013 si continua a
dare la caccia alle balene, vale la pena ricordare che nel 1986 la Commissione
Internazionale sulla Baleneria (International Whaling Association – IWC) ha posto in essere una moratoria
totale sulla caccia commerciale alle balene
, ma purtroppo gli interessi
economici in gioco sono elevati e la sola IWC
non ha la forza di far rispettare questa moratoria.

Dal lontano 1986, sono passati molti anni, eppure ad oggi
tre nazioni (Islanda, Norvegia e Giappone) hanno brutalmente ucciso più di
25.000 balene sotto l’ombrello di una sedicente ricerca scientifica, ma in
realtà tutti sanno il vero fine di questa spietata e crudele caccia.

Ma chi sono gli eco-pirati di Sea Shepherd?

Loro sono un’organizzazione internazionale senza fini di
lucro la cui mission è quella di fermare la distruzione dell’habitat
naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani del mondo intero al
fine di conservare e proteggere l’ecosistema e le differenti specie.

Dal 1977, anno della costituzione, Sea Shepherd pratica la tattica dell’azione diretta per
investigare, documentare e agire quando è necessario mostrare al mondo ed
impedire le attività illegali in alto mare, salvaguardando la delicata
biodiversità degli ecosistemi oceanici ed operando per assicurarne la
sopravvivenza alle generazioni future.

Qualcuno li definisce pirati moderni, in parte condivido la
definizione, perché con i loro mezzi pacifici fatti di reti, uova,vernici spray
e qualche manovra da aggressiva a bordo delle loro imbarcazioni non proprio
moderne cercano in tutti i modi, rischiando anche la vita, di fermare questa
assurda (a mio giudizio) caccia alle
balene.

In attesa di buone notizie, vi lascio con una frase
emblematica del mitico Capitano Paul Watson, fondatore e attuale
presidente dell’associazione:

I’m not here to watch them kills whales,
I’m here to STOP THEM “.

Cosa altro aggiungere…
©Mirko; 
Pazzoperilmare.com