L’INTERVISTA A GIORGIA ANGILERI, TERZO UFFICIALE DI MACCHINA CARNIVAL

Giorgia Angileri, 25 anni riflette negli occhi una splendida e raggiante passione per il mare, dello stesso colore di quello che bagna la sua incantevole Marsala e le isole Egadi.

Se le chiedete quali siano i migliori cannoli, vi risponderà quelli di Dattilo, in sintesi ecco l’esperienza di una giovanissima Terzo Ufficiale di Macchina a bordo delle fun ship Carnival Cruise Line.

Dai banchi di scuola alle grandi control room del colosso delle crociere Carnival, come mai hai scelto la scuola superiore Nautica ed al terzo anno l’indirizzo “Macchine”?

Raccontaci un poco la motivazione della tua scelta ed il tuo obiettivo di quando eri a scuola?

Sono cresciuta a stretto contatto con il mare … mi ha sempre affascinato  l’ambiente marino e la vita in mare in generale,  passione trasmessami  da mio padre ed in particolare per la Nautica da Diporto.

Perito Agrario di professione, amante delle barche, come non ricordare la nostra prima imbarcazione, un Motorsailer di Legno di 13 metri.

A distanza di anni arriva la nostra seconda barca, il mio più grande amore, un Enterprise Marine 46 con installazione di 2 Cummins Marine Diesel Engines 6CTA 8.3 da 450 hp. cada uno.

Grazie alla sua passione ho trascorso la maggior parte della mia infanzia e dell’adolescenza a bordo di una barca navigando tra le isole Egadi, alternando periodi in mare a quelli in porticciolo per pulizie o manutenzioni.

Ricordo ancora il giorno in cui decisi di iscrivermi al Nauti Leonardo Da Vinci – Marino Torre , istituto scolastico non presente nella mia  Marsala, ma bensì nella vicina Trapani e quindi per questo motivo, poco conosciuto.

Quella sera ero molto indecisa, e chiesi consiglio ai miei  genitori. Mio padre mi disse: “Hai mai pensato all’istituto Tecnico Nautico? Pensa che potresti andare a lavorare in nave come ufficiale di Navigazione e girare il mondo.”

Iniziai a prendere informazioni sulle materie trattate e mi si aprì un mondo davanti! Materie come la biologia marina, esercitazioni marinaresche, teoria della nave, Navigazione e Macchine marine…l’ultima, per me un grande punto interrogativo e forse anche per questo, ne rimasi subito affascinata.

Dopo aver scelto la scuola Nautica, al terzo anno scelsi proprio l’indirizzo di Macchina. ricordo che mio padre rimase molto sorpreso, ma appoggiò pienamente la mia scelta. 

Il mio obbiettivo rimase proprio quello di trovare un imbarco subito dopo il diploma per provare “la vita in mare”, tutto regolarmente accaduto.

Otto mesi dopo aver conseguito il diploma e aver fatto un corso d’inglese con un madrelingua, mi ritrovai  catapultata a Port Canaveral in Florida ad appena 20 anni, a bordo di Carnival Valor.

Il ricordo del primo giorno d’imbarco a bordo, come è andata? Quali sensazioni, emozioni, ricordi?

Adrenalina a mille ma anche tanta paura. Ricordo che dopo essermi presentata al Direttore di Macchina, al Capo di Macchina e al resto del team, il Capo mi invitò subito a fare un giro in sala Macchine ricordo ancora le sensazioni che provai, quel caldo umido, quel rumore assordante e quell’odore pungente di oli e di sentina che ti entra dentro.

E da lì, capisci che non potrai farne più a meno. Comunque, durante il mio primo tour della sala macchina di Carnival Valor, il capo si fermò davanti ad una valvola, la chiuse con tanto di catena e lucchetto, dopo un’oretta, una volta tornati in Control room mi guardò, mi diede la chiave in mano e mi disse: “OK, adesso puoi andare ad aprire la valvola che abbiamo chiuso prima.”

Ricordo ancora questa vicenda con il sorriso sul volto perché la reputai come una piccola sfida essendo la mia prima volta in una sala macchina di quella portata.

Essere una donna e lavorare in un ambiente prettamente maschile di suo come quello marittimo, ed in particolare nella sezione “Macchine”, ti ha mai creato problemi con i colleghi uomini? Come ti hanno accolto, come è stato e come è il tuo rapporto con i colleghi?

All’inizio devo dire che non è stato molto semplice, poi con il tempo, quando si riesce a trasmettere la passione con cui si svolge il proprio lavoro, arrivano le soddisfazioni. Con tutti i sacrifici e le rinunce che comporta fare una scelta di vita del genere, secondo me diventa fondamentale, quasi una pretesa lavorare in un ambiante che sia sereno.

La presenza di una donna a bordo viene ancora recepita come qualcosa di anomalo, in sala macchine lo è ancora di più. Pregiudizi e frasi sessiste non sono mancate, ovviamente non posso fare di tutta l’erba un solo fascio!

Infatti ci tengo a precisare, che in questi anni ho avuto modo di conoscere delle persone magnifiche, oltre a tanti colleghi con cui ho instaurato un bellissimo rapporto di amicizia, un Direttore di Macchina cui stimo moltissimo, che ha sempre creduto in me, trattandomi al pari modo dei miei colleghi uomini, oltre ad avermi dato l’occasione di potermi mettere in gioco con la sfida di Carnival Panorama.

Secondo la tua personale esperienza, per una donna lavorare su di una nave e nella sezione Macchine è più difficile rispetto ai colleghi uomini?

Penso che sia un lavoro molto impegnativo, difficile e che richieda uno sforzo fisico e mentale non indifferente indipendentemente dall’essere uomo o donna. Volere è potere e In questi anni ho avuto modo di conoscere Grandi Donne con grandi conquiste alle spalle. Sempre di grande ispirazione.

Giornata tipo di lavoro a bordo? Dalla sveglia al pigiama, raccontaci tutto

Da terzo Ufficiale di Macchina mi ritrovo a dover ricoprire dei turni di guardia che consistono nello svolgere 8 ore di lavoro, suddivise in 4 ore diurne e 4 serali più l’overtime (lavoro  straordinario), quindi un totale di 10 ore giornaliere… solitamente la sveglia suona alle 03:20 del mattino  per la prima guardia, dopo una doccia e un caffè posso inizio la mia giornata lavorativa!

Dalle 4 del mattino sino alle 08:00  svolgo la guardia in sala Macchina, dopodiché il nostro team composto dalla sottoscritta, un Secondo Ufficiale di Macchina e l’Oiler, facciamo colazione, prendiamo una boccata d’aria fresca e proseguiamo con l’overtime quindi, con dei lavori giornalieri assegnati dal Capo di Macchina, o dei controlli di routine.

Poi dipende, ogni Team a bordo, ha il suo programma di lavoro, quindi potrà occuparsi delle caldaie oppure del trattamento delle acque nere…dei depuratori o ancora manutenzione Azipod…varia da nave a nave.

Comunque, una volta terminato lo straordinario, a seconda della giornata, in porto o in navigazione, decido se ho voglia di andare in palestra o di riposare! Alle 16:00 inizieranno le 4 ore serali di lavoro.

Alle 20:00. al termine della giornata faccio una doccia e mi preparo per una cena con i colleghi in uno dei vari ristoranti a bordo della nave. E poi subito a dormire perchè alle 04:00 ricomincia un’altra giornata.

Il ricordo più bello della tua esperienza a bordo? Il ricordo più antipatico o spiacevole?

Il ricordo più bello che ho, è stato sicuramente quello relativo al periodo trascorso presso Fincantieri a Marghera,  supervisionando la costruzione di Carnival Panorama nel 2019. è stata una delle esperienza che più porterò nel cuore perché oltre ad aver assistito alla costruzione di una nuova nave (Panorama) e di altre navi presenti nel cantiere, mi ha anche dato la possibilità di lavorare in un environment completamente diverso facendomi aprire gli occhi anche sul mondo della Cantieristica Navale.

Per concludere, la traversata di posizionamento da 14.183 miglia nautiche in 40 giorni partendo da Marghera attraverso lo stretto di Gibilterra, lo stretto di Magellano e la terra del Fuego, verso Long Beach, Home Port di Carnival Panorama, è stato un onore ed un’esperienza a dir poco unica! Non ho nessun ricordo antipatico o spiacevole.

La nave oltre ad essere il tuo luogo di lavoro è anche la tua casa, nel tempo libero cosa ti piace fare? Come trascorri i momenti di relax?

È un lavoro molto impegnativo, ricordo che nel periodo d’allieva riuscivo a ritagliare nella settimana dei momenti solo per me.. per esplorare i vari porti scalati dalla nave in giro per le Americhe.

Posti come Miami, New York, Nassau, Puerto Rico e così via… adesso da Terzo Ufficiale mi risulta un poco difficile oltre per le maggiori responsabilità che richiede questa posizione, voglio essere sempre pronta e carica per qualsiasi evenienza a lavoro.

Quindi nelle ore libere preferisco riposare e concedermi di tanto in tanto un po di palestra e una passeggiatina per i vari ponti della nave o una cena con i colleghi.

Cosa ti manca di più a bordo durante il periodo di imbarco?

La mia famiglia, il mio French Bulldog di 3 anni Ugo e ovviamente il Buon cibo italiano.

Come hai vissuto il periodo di stop alle crociere? Che effetto di ti ha fatto vedere le navi ferme e senza passeggeri? Durante lo stop eri a bordo? Raccontaci della tua esperienza durante il Coronavirus

Io sono sbarcata in Gennaio 2020 a Long Beach, un mese dopo la traversata di posizionamento di Carnival Panorama al suo Home Port, due mesi prima dell’inizio della pandemia e del lockdown mondiale. Quindi non ero a bordo… ma lo sconforto dei Crew Members, bloccati a bordo per l’assenza dei voli aerei e, delle varie compagnie di navigazione  l’ho vissuto da casa, impaziente di tornare a bordo per rilevare i colleghi ormai bloccati in mare da mesi.

Trascorsi 6 mesi, a giugno 2020 arrivò il tanto atteso imbarco, destinazione Sri Lanka pronta per una nuova avventura a bordo di Carnival Splendor (usata come nave per la quarantena).

Terminata la quarantena dei 14 giorni, sono stata trasferita a bordo di Carnival Panorama che si trovava a Manila Bay per il rimpatrio dei membri dell’equipaggio di nazionalità  Filippina bloccati a bordo per la pandemia.

Dopodiché arrivò la notizia che saremmo dovuti partire facendo rotta verso Panama. Lì ebbe inizio la  mia seconda traversata più lunga..ben 52 giorni in mare attraverso l’oceano Pacifico su una nave quasi deserta, dato che eravamo in 130 persone a bordo, quando, in normale operazione, la nave dispone di un’occupazione massima di 5.146 parsone tra equipaggio e passeggeri.

Ovviamente, queste notizie vengono sempre accolte con il coraggio e lo spirito di avventura che contraddistingue da sempre il Marittimo però, certi giorni, passare attraverso quei saloni immensi, che pochi mesi prima venivano attraversati da migliaia di persone sempre sorridenti, quelle sale, corridoi, teatri, pieni spettacoli e musica coinvolgente, vederli adesso deserti, riempiva il cuore di tristezza e sconforto.

Il Comandante, come il direttore di macchina, riempivano le giornate con messaggi di speranza e coraggio ma  dopo mesi a bordo devo ammettere che diventava sempre piú dura e che ho accusato un pò la solitudine. Per me è stata una sfida che mi ha portato ad essere piu forte sia mentalmente che emotivamente.

Cosa ti manca di più della vita di bordo in questo momento di stop?

Sicuramente mi manca il ritmo frenetico delle giornate a bordo, quella sensazione che si prova dopo qualche “mese di fermo” , quella voglia di ripartire per una nuova avventura che in questo periodo è un pò un’incognita .

Cosa pensi a proposito delle nuove navi Carnival alimentate (Mardi Gras e Celebration)con LNG? Ti piacerebbe lavorare con questa nuova tecnologia di bordo?

Sicuramente le “Green Ship” sono un grande passo avanti per la compagnia, essendo oggigiorno, il mondo indirizzato verso scelte più ecologiche ed ecosostenibili.

Ovviamente, avendo iniziato la mia carriera su navi con propulsione tradizionale, avendo poi, contribuito alla costruzione del Carnival Panorama, assistendo alla costruzione passo dopo passo, sicuramente imbarcare o contribuire alla costruzione di una nave LNG sarebbe un’esperienza di cui farei tesoro.

Prospettive per il futuro? Dove sarà Giorgia tra 10 anni?

Sicuramente, uno dei miei progetti a breve termine non appena finirà la pandemia, sarà conseguire la patente, quindi proseguire con la carriera da Secondo Ufficiale di Macchina. Dove mi vedo tra 10 anni?

L ’esperienza passata  in Cantiere è stata per me fondamentale, quindi direi che mi vedo nelle vesti di Machinery Inspector possibilmente per la Carnival. Comunque la vita è e piena di sorprese.

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