È stato presentato in anteprima alla stampa, alla Stazione Crociere di Venezia il nuovo terminal 123. Dopo lo spostamento del traffico traghetti al nuovo Terminal Autostrade del Mare di Fusina, la struttura, utilizzata fino al 2013 per la gestione di questo traffico, è stata sottoposta ad un restauro conservativo.
“Il fabbricato 123, – spiega il Presidente di VTP, Sandro Trevisanato – , diventa un ulteriore stazione su cui si svilupperanno nel 2015 45 toccate e rappresenta un ulteriore tassello del piano di riqualificazione dell’area di Marittima, che da obsoleto porto commerciale si è trasformato in pochi anni in una stazione passeggeri all’avanguardia, rilanciando l’immagine di Venezia anche sotto il piano produttivo. Il Terminal 123, che è l’unico dotato di giardino interno con flora mediterranea fruibile dal pubblico, è stato restaurato in soli tre mesi per un investimento di 650mila euro a carico di VTP”.
Nell’occasione sono stati illustrati anche i dati del traffico crocieristico di Venezia, che confermano anche per il 2015 la Serenissima porto capofila dell’Adriatico, tallonata da Dubrovnik e Corfù rispettivamente in crescita in termini di passeggeri e toccate.
“A causa dell’accordo volontario sottoscritto con le compagnie di crociera per la collocazione a Venezia di navi di medie dimensioni, – spiega Trevisanato – , quest’anno accoglieremo 1.635.000 crocieristi ( -5,7% sul 2014) e 525 approdi (+7,6% sul 2014 ) con la particolarità che il 91% del traffico sarà in turnaround. Siamo riusciti, nell’attesa del superamento della normativa applicata al limite delle 96mila tonnellate, peraltro dichiarato illegittimo dal TAR, ad arginare il calo di traffico rispetto agli scorsi anni senza vincoli. Restrizioni la cui assenza ci avrebbe garantito non solo di consolidare la leadership nel Mediterraneo, ma di crescere ulteriormente, generando positive ricadute su tutto il sistema Adriatico. Il perdurare dell’attuale incertezza normativa d’altro canto rischia di declassare Venezia a destinazione periferica utilizzata da navi di vecchia generazione, le meno ecosostenibili e sicure, e con il minor appeal per il turista. Inevitabili quindi le ripercussioni sulla crocieristica adriatica, oltre che su tutta l’occupazione dell’indotto locale e nazionale ad essa collegata, come confermato dallo studio Venezia e Adriatico” svolto da Risposte Turismo che attribuisce a Venezia il 54% della spesa diretta totale dell’Adriatico (274 milioni su 507)”.