UUn tempo erano le regionali marittime di Tirrenia, da cui prendono il nome (Toscana Regionale Marittima), oggi invece è diventata una società privata che svolge servizio di trasporto pubblico tutto l’anno da e per le isole della regione come l’Elba, il Giglio, Capraia, Gorgona e Pianosa.
Tuttavia come mamma Tirrenia, qualità ed attenzione verso la clientela per molti anni non sono pervenute.
Nel 2011 avviene la privatizzazione di TOREMAR, l’armatore Vincenzo Onorato (Moby S.P.A), ne diventa il nuovo proprietario, dando vita ad una vera e propria rivoluzione sulla gestione ed operatività della compagnia.
Si inizia con il dismettere le unità più anziane della flotta, vengono noleggiate nuove e moderne unità (Giuseppe Rum e Rio Marina Bella), si riammodernano le unità presenti in flotta rendendole tecnicamente valide e con degli interni moderni ed accoglienti proprio come le moderne navi traghetto. Infine si cambia colore, via quell’antico blu e largo ad un rosso con tanto di nuovo e moderno logo che rende le navi della flotta subito individuabili agli occhi dei futuri clienti.
Oltre alla salvaguardia dei livelli occupazionali, Toremar ha proceduto a 43 nuove assunzioni dal momento dell’acquisizione.
Ma la rivoluzione non si ferma, dato che il nuovo proprietario, Moby S.P.A è presente da anni come competitors sulla rotta da e verso l’isola Elba, a tutti i clienti viene consentito a prescindere dal biglietto acquistato Moby o Toremar di imbarcarsi e partire con la prima nave disponibile in banchina senza sovrapprezzo o integrazione tariffaria.
Puntualità delle corse, mezzi sempre efficienti, personale accogliente e soprattutto un incremento di passeggeri trasportati rispetto agli anni precedenti, sono il biglietto da visita della nuova TOREMAR.
Insomma una privatizzazione che sembra andata a buon fine a sentire Achille Onorato AD di TOREMAR: ”Oggi, sulle nostre navi della Toremar abbiamo tutto ciò che un passeggero può desiderare, a bordo si vendono solo prodotti toscani. Abbiamo partecipato anche a moltissime iniziative perché vogliamo che le navi siano piene e che le strutture a terra guadagnino”