Genova: ecco come verrà smantellata la Concordia

Anche se manca l’ufficialità da parte degli interessati, a Genova tutto è pronto per ricevere e smentellare la ei fu Costa Concordia. Il quotidiano ligure  il Secolo XIX è riuscita ad avere in esclusiva la relazione tecnica e dettagliata preparata per Costa Crociere da San Giorgio e Saipem. 

“Progetto di riciclaggio del relitto di Costa Concordia nel porto di Genova”: per un totale di 59 pagine nel documento si parla chiaramente di quattro fasi per lo smontaggio della nave, a partire dall’arrivo della “Concordia” nel “porto di Voltri” fino all’entrata del relitto nel bacino di carenaggio numero 4 delle Riparazioni navali, dove avverrà l’ultima parte di smantellamento.

costa-concordia-lighthouseEcco le quattro fasi:

La fase 1. A Voltri, una volta eseguite tutte le operazioni necessarie per ricevere il relitto, intorno al quale saranno predisposte barriere anti-inquinamento, verranno eseguite le operazioni di alleggerimento per portare la nave ad un pescaggio di circa 15 metri (necessari per entrare poi al Molo Ex Superbacino). Le attività includono la rimozione degli arredi interni e dell’allestimento dei ponti superiori, partendo proprio dal ponte più alto, il 14. Si cercherà di usare più possibile il relitto come zona di lavoro «in maniera tale da minimizzare la movimentazione di materiali e rifiuti».

Gli scarti verranno separati e confezionati sulla “Concordia” prima di essere «sbarcati sul molo “Diga Foranea”» da dove verranno poi trasferiti alla “Banchina di Voltri” e successivamente portati «presso impianti esterni idoneamente autorizzati». Secondo indiscrezioni, a occuparsi delle operazioni a terra saranno ditte che abitualmente operano in porto e con le quali Costa Crociere ha già preso accordi.

La fase 2 dei lavori inizierà invece con il traino della “Concordia” dallo scalo di Voltri al molo Ex Superbacino, nella zona delle Riparazioni navali. Qui verranno smontati i ponti del relitto, dal numero 14 al 2, dividendo l’unità in tre sotto-aree (prua, poppa e centro nave). La zona sarà equipaggiata con due gru di banchina e altre due posizionate direttamente a bordo della “Concordia”, in grado di trasportare i rifiuti dal relitto alla banchina. 

Il materiale metallico sarà diviso in tanti singoli blocchi, ognuno dei quali avrà un peso compreso tra le 1,65 e le due tonnellate.Tenendo conto che in questa fase il dislocamento (ovvero il peso della nave che corrisponde al volume d’acqua spostato) eliminato sarà di circa 30 mila tonnellate: significa che l’imbarcazione verrà spezzettata in almeno 15 mila blocchi che saranno a loro volta caricati in decine di container pronti per uscire dal porto.

La fase 3, detta anche preparatoria, servirà per portare le dimensione della “Concordia” a quelle richieste perchè la nave possa essere collocata all’interno del Quarto bacino delle Riparazioni navali (lungo 267 metri, largo 40, profondo 13,25).La lunghezza di ciò che rimarrà del relitto, dovrà essere quindi pari a 264 metri, la larghezza inferiore a 40 e il pescaggio sotto i 12 metri e mezzo.

Dopo avere tagliato una sezione di circa tre metri del ponte 1, verranno rimossi i 30 cassoni posizionati lungo lo scafo. Una serie di “airbag” saranno installati sotto la volta di poppa in modo tale da creare gli opportuni volumi di spinta perché la nave possa entrare in bacino. Sempre in questa fase, particolare attenzione sarà data alla pulizia di quello che rimane a bordo della “Concordia”. Nei magazzini che ancora contengono cibo verrà rimossa tutta l’acqua «con un sistema di pompe» e quella aspirata verrà «stoccata in una bettolina ormeggiata di fianco al relitto».

Se necessario si procederà anche con una «rimozione manuale dei fanghi» presenti sulla nave. «Prima dell’ingresso del personale nello spazio confinato – si legge nel documento – sarà effettuata un’analisi dell’atmosfera per la determinazione delle concentrazioni di ossigeno ed altri gas pericolosi», in parte prodotti anche dal cibo rimasto a bordo, e solo dopo aver tolto gli “Stand Jacks” il relitto sarà rimorchiato nel bacino di carenaggio.

Nella quarta e ultima fase, che prevede l’ingresso della “Concordia” appunto nel bacino numero 4 delle Riparazioni navali, si andrà avanti con lo smantellamento di quel che rimane del relitto procedendo dal ponte 1 alla chiglia, per un totale di circa 20 mila tonnellate di rifiuto. L’area sarà attrezzata con un minimo di due gru, una da 10 e l’altra da 40 tonnellate mentre «le casse contenenti residui oleosi verranno svuotate e pulite prima di procedere al taglio delle lamiere».