"Marò che silenzio"

Iniziata più di un anno fa la vicenda dei due Marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani, ancora non ha un lieto fine!..

++ INDIA: MARO'; IN TRIBUNALE A KOCHI, NUOVA UDIENZA 18/6 ++

Finita l’epopea elettorale, dove era promesso qualsiasi cosa, pur di far colpo sui propri elettori ed accaparrarsi un po’ di voti in più, pronunciando la sola parola Marò, è calato nuovamente il silenzio mediatico e non solo sulla vicenda, rara, per non usare la frase unica o tutta italiana dei due Marò italiani detenuti in India chissà fino a quando…

Tutto è iniziato a febbraio 2012, quando i due Marò in servizio anti-pirateria su di una nave battente bandiera italiana, non quella di uno stato ombra, sparano dei colpi contro un imbarcazione che minacciava la sicurezza della nave italiana, dopo ripetuti inviti ad allontanarsi.
Purtroppo da questo conflitto a fuoco, il giorno dopo dai media locali indiani si apprende, (con tutto il rispetto per i due indiani deceduti), che risultano morti due occupanti di questa imbarcazione, c’è chi sostiene che sia un peschereccio chi una nave di pirati.

Attraverso delle non meglio note manovre e con qualche artificio, (ogni nave registra i propri spostamenti attraverso il VDR) la nave viene portata in acque indiane, dove i due Marò vengono arrestati e fatti scendere dalla nave nel porto di Kochi in India. Vengono alloggiati nella guest house della polizia locale.

Intanto in Italia parte l’odissea di carte bollate per cercare attraverso la propria diplomazia una soluzione per il caso contemporaneamente alla giustizia indiana che ordina e dispone la detenzione dei due marò in tutta facilità e rapidità.
Solo dopo quasi un anno, in occasione di festività cristiane i due Marò temporaneamente tornano in Italia per riabbracciare i propri cari per poi rientrare in India dove sono ancora detenuti tutt’oggi.
Dopo mesi turbolenti, politicamente parlando, l’Italia finalmente ha un nuovo esecutivo, all’attuale Ministro degli Esteri spetta di il duro compito di fare di tutto e di più per porre fine a questa strana vicenda, non occorre infatti, un esperto di diritto internazionale per comprendere le innumerevoli violazioni di diritto internazionale compiute dallo Stato indiano.

L’Italia è il paese dei misteri per definizione, gli archivi dei giornali sono pieni di fatti di cronaca irrisolti, non vorrei che tutto questo silenzio mediatico ed istituzionale sulla vicenda dei marò, nasconda in realtà degli affari, da milioni di euro, che intercorrono tra aziende italiane ed il governo indiano, non vorrei da cittadino italiano che il mio Stato venda la vita di due militari, fra le altre cose, per favorire un poco le casse aziendali italiane, visto che oggi sono circa 400 le società italiane operanti in India.

Spero di sbagliarmi..

©Mirko M.
www.pazzoperilmare.com