Raising the Costa CONCORDIA : al via il recupero della nave

“Raising the Titanic” è il titolo di un famoso libro di Clive Cussler dalla trama quasi fantascientifica, ovvero recuperare il Titanic, una missione appunto titanica.  Dal romanzo venne tratto anche il film “Blitz nell’oceano”…Ora prendiamo in prestito una parte del titolo del romanzo che completeremo così “Raising the Costa Concordia”.  Già, come si recupera un gigante di queste dimensioni? 



E’ iniziata la lunga  missione del recupero della Costa Concordia. Le operazioni dureranno circa 12 mesi , costeranno circa 300 milioni di dollari (a carico della Costa e delle assicurazioni) e richiederanno la presenza di 300 operai. 
La base operativa, per evitare un impatto sulle attività del porto turistico dell’isola, sarà fuori dal Giglio vicino a Piombino dove verranno posizionati i macchinari e i materiali necessari per gli interventi. Durante la conferenza stampa, l’operazione («mai tentata prima») è stata definita «ciclopica».

Il progetto prevede 4 fasi

Inizialmente saranno eseguite delle trivellazioni propedeutiche nella roccia del fondale marino per capire quali tipi di pali (una sessantina) dovranno essere piantati. L’università La Sapienza di Roma eseguirà inoltre una mappatura: è infatti previsto che i materiali delle trivellazioni vengano tolti, preservati in superficie e poi ricollocati al termine dei lavori.
 
La seconda fase prevede la stabilizzazione della nave per evitare che scivoli sul fondo: verrà bloccata grazie alla costruzione di una piattaforma subacquea sorretta dai pali (una specie di ampliamento artificiale del piano d’appoggio della nave) e sarà assicurata da grossi tiranti.
Questa operazione dovrà essere conclusa entro il 31 agosto, data individuata come limite ultimo per evitare di correre rischi troppo grossi. Franco Gabrielli, capo della protezione civile, ha infatti spiegato: 

«Che la Concordia possa rompersi, deformarsi o scivolare sul fondo è la scoperta dell’acqua calda e nel novero delle possibilità nessuno può escludere che la nave possa scarrocciare sul fondo. Ma allo stato il pericolo non è imminente. Quel che è certo è che la nave non può stare così per lungo tempo e in ogni caso rappresenta un rischio per l’ambiente. Più passa il tempo e più aumentano i rischi».

 
Sul fianco sinistro della nave saranno posizionati dei cassoni metallici riempiti d’acqua per bilanciare il peso dello scafo semi-sommerso sul lato opposto. I cassoni, i tiranti e il fondale artificiale permetteranno alla nave di tornare a galleggiare.
L’ultima fase prevede lo svuotamento dei cassoni sul lato sinistro dall’acqua per raddrizzare la Concordia che resterà a galla e in asse grazie ad altre gabbie aggiunte sul lato destro (prima sommerso). Grazie a questo salvagente metallico la nave sarà trainata lontano dall’isola. Non è stato ancora individuato il porto italiano nel quale il relitto verrà portato per essere demolito.